Riportiamo testualmente ciò che era scritto sulla copertina del disco come presentazione:
Con questo disco il gruppo Tecún Umán vuole dare un contributo alla lotta nellambito culturale contro la musica borghese, la musica dellalienazione. I canti popolari, i canti esplicitamente politici sono delle autentiche espressioni di ciò che i popoli vivono e sentono ogni giorno e come tali vengono messi in disparte o addirittura sono apertamente vietati (come avviene in diversi paesi dellAmerica latina per alcuni dei canti inclusi in questo disco).
Ma i popoli cantano lo stesso: cantano smascherando i loro carnefici; cantano le proprie sofferenze; cantano esaltando le proprie Vittorie; cantano agli uomini che generosamente hanno dato la loro vita per unumanità migliore.
Narra la leggenda che quando Tecún Umán, principe guerriero Maya, morì trafitto dalla spada di Pedro de Alvarado, il conquistador, il Quetzal - albero e sangue con larcobaleno nella coda - (così viene descritto questo uccello mitico negli antichi codici Maya), suo Nahual, suo spirito protettore, ammutolì.
I musicisti che hanno suonato o collaborato col gruppo, nelle sue diverse formazioni, sono stati:
Juan José Lopez, Renzo Ranzani, Camillo Sampaolo, Loredana Quadrelli, Ettore Gobbato, Luís Martinez, Nicola Musajo, Sergio Lombardi, Lina Duran, Maurizio Falcone, Sebastiano Piscicelli, Alfredo Trinidad.
Brani contenuti nel disco:
Soy del pueblo, El Siete leguas, Macondo, Cueca de los poetas, A Cochabamba me voy, ¡Que pare el son!, La Muralla, Coplas del vino, Y en eso llegó Fidel, Caña, Emiliana, Hasta siempre. |